Come si fa il certificato energetico
In molte situazioni ci troviamo di fronte dei documenti che trattano dei sempre più citati certificati energetici. Ma in realtà cosa sono? A cosa servono? E chi li deve realizzare e rilasciare? In molti casi tali certificati sono necessari per usufruire delle varie agevolazioni fiscali per il risparmio energetico utilizzando apparecchi a basso consumo; un esempio può essere l’acquisto di spit per aria condizionata con pompe di calore, inverter, in classe A o superiore.
In quest’ultimo caso ci sono delle agevolazioni governative che permettono all’acquirente di risparmiare il 55% dell’importo totale pagato per l’acquisto ed il montaggio degli split; anche in questo caso però sarà necessario presentare un certificato energetico opportunamente compilato da un ingegnere o da un tecnico specializzato.
Il certificatore raccoglie le informazioni sulla cui base valuta 2 cose:
- L’involucro, ovvero la ‘scatola’ dell’immobile, per calcolare quanto calore occorra per mantenere le condizioni standard nella stagione invernale.
- L’impianto, che viene preso in considerazione per definire quanta energia vada consumata per garantire la prestazione
La raccolta delle informazioni viene fatta su base su base documentale e con delle semplici domande poste all’utente, integrate da un sopralluogo per verificare eventuali difformità tra quanto contenuto nel documento e ciò che effettivamente è presente.
In generale il materiale che il certificatore richiede consiste in:
- Una pianta dell’immobile, che riporti il nord e la posizione dei serramenti.
- Indicazioni circa la composizione dei muri e solette: di solito si trovano contenute in dettaglio nella relazione secondo la legge 10, che viene redatta nelle fasi iniziali del progetto; in assenza di questa, la stratigrafia dei componenti opachi viene ipotizzata in base all’anno di costruzione, alla zona ed alla qualità dell’immobile secondo delle tabelle presenti in letterature tecnica e riconosciute dalla regione.
- Indicazioni riguardanti i serramenti, ovvero la dimensione, il numero dei vetri, il materiale dell’infisso: l’ideale sarebbe disporre di un certificato del produttoreche dichiari la trasmittanza termica, in alternativa viene valutato dal Certificatore in via numerica o ancora ricorrendo a tabelle;
- La prova fumi: è il ‘tagliando’ periodico della caldaia, su cui viene riportato il rendimentodel generatore; il Certificatore può considerare valida una prova fumi non pù vecchia di due anni.
Fonte: Attico n°30 del 25/07/2008
Ottima considerazione. Continuate così. Riccardo
Salve, in merito al certificato energetico volevo chiedere una cosa… Il mio è un appartamento che ho acquistato 20 anni fa e da quel periodo non ci ho mai abitato per cui gli impianti (riscaldamento, caldaia etc..) erano quelli del vecchio proprietario. Quindi mi chiedo come faccio ad avere una prova fumi o informazioni sui serramenti? In questi casi come ci si comporta?
grazie
Buongiorno Anna, dovrà incaricare un tecnico che provvederà a classificare il suo immobile nella classe più bassa. saluti
L’ Attestato di Certificazione Energetica, documento prodotto a seguito del processo di certificazione, determina le prestazioni energetiche ed i livelli di consumo dell’edifico/unitá immobiliare, certificandone l’apposita classe prestazionale di appartenenza.
Tale documento indica anche i possibili interventi migliorativi del sistema edificio-impianto per la riduzione dei consumi.
Riepilogando , è obbligatorio:
• In Lombardia e in altre regioni, dal 1 luglio 2009, allegare l’Attestato di Certificazione agli atti notarili per la compravendita (D.g.r n° 8/8745 e s.m.i)
• In Lombardia e in altre regioni, allegare l’Attestato di Certificazione anche per i contratti di locazione a decorrere dal 1 luglio 2010 (D.g.r n° 8/8745 e s.m.i) .