Appartamenti a Firenze più cari dopo la tramvia
«Il valore degli immobili crescerà dal 5 al 10% dopo la realizzazione della tramvia». È questo in sintesi il messaggio lanciato da Legambiente a poche ore dal referendum. Più cauti gli operatori del settore, ma la sostanza cambia poco. «La tramvia, è bene precisarlo – spiega Tommaso Birignani, responsabile Tecnocasa di Firenze – passerà sulle linee di scorrimento del traffico e in quelle zone il prezzo degli immobili si è sempre differenziato. Non possiamo ancora parlare di un aumenti o di una riduzione nel loro valore. Tuttavia, dopo la realizzazione dei lavori, dovrebbe esserci un miglioramento nella zona, ma è ancora prematuro parlare di cifre».
I cantieri, certo, provocano disagi. Ne è una prova la situazione all’Isolotto. «Sebbene si presuma un decongestionamento del traffico – spiega Birignani – nella fase di cantierizzazione è stato evidenziato un rallentamento del mercato, soprattutto per gli appartamenti più grandi, al di sopra dei cento metri quadrati. Mentre per le case più piccole il mercato non segna alcuna fase di stallo». La spiegazione è semplice: non c’è certezza sulla fine dei lavori e sul risultato. «Un po’ come è successo a Gavinana con la Coop – ricorda il responsabile Tecnocasa – Tanti allarmi, ma alla fine nessun problema reale». Nel centro storico, a Campo di Marte e a Gavinana, le altre zone interessate dal passaggio della tramvia, invece, tutto sembra filare liscio. A dare i numeri, invece, ci pensa Legambiente, attraverso una ricerca nata dalla collaborazione tra Anci, Cresme Consulting e Legambiente. Secondo lo studio (condotto in cinque città italiane e altrettante europee), infatti, quando il sistema tramviario fiorentino sarà a regime il valore complessivo del patrimonio immobiliare della città passerà da 56,4 a 58,15 miliardi di euro, con un guadagno netto per i privati proprietari di case, negozi e uffici di 1,75 miliardi di euro. Ad aumentare di valore, grazie al passaggio del tram, saranno soprattutto gli immobili delle aree periferiche, con un riequilibrio di tre o quattro punti percentuali del divario rispetto al centro: si passerà così dal 20 al 16-17%.
Fonte: Quotidiano Il Firenze del 14 Febbraio 2008