Compravendite immobiliari in calo, allarme mutui
Caro mattone, in calo il settore abitativo per l’aumento dei tassi e il costo del credito. Compravendita in flessione di 80 mila unità. Maggiore la crisi per Milano e Venezia.
Il mercato immobiliare italiano segna il passo. Con un volume di compravendite di immobili in costante diminuzione, confermato anche nel primo semestre 2008, tempi di vendita medi in allungamento e prezzi che crescono di appena l’1,1%, il settore sta attraversando una fase di affaticamento. A fare il quadro dell’andamento del settore, che vale in termini di fatturato circa il 20% del Pil nazionale, è Nomisma che ha presentato il secondo rapporto sul mercato Immobiliare relativamente a 13 grandi aree urbane italiane.
Il valore totale delle case vendute, che nel 2007 è stato di 123 miliardi, nel 2008 dovrebbe attestarsi attorno ai 110 miliardi con una perdita stimata intorno al 10,5%. Mentre per il numero di compravendite è prevista una flessione di 80mila unità, quasi il 10%. In questo modo il mercato abitativo tornerebbe ai livelli del 2002 quando il costo dei mutui si attestava ai valori attuali, ha spiegato il presidente di Nomisma, Gualtiero Tamburini.
«L’indebolimento della domanda è legato – secondo il centro studi bolognese – alla scarsa propensione all’acquisto delle famiglie, scoraggiate dall’aumento dei tassi di interessi sui mutui». Rispetto alla fine del 2007, il primo semestre si è chiuso con un ampliamento dell’offerta di immobili non smaltiti: calano le vendite, i prezzi si livellano. Per quanto riguarda i principali mercati immobiliari italiani, il Nord risulta più in crisi rispetto al Sud.
Tra le città che hanno visto cali dei prezzi reali più consistenti (tra lo 0,5% e l’1%) Milano, Bologna, Firenze e Venezia. «La bolla è esplosa, ma quella finanziaria legata anche ai mutui subprime, non quella immobiliare. C’è meno credito e costa di più, questo sta influenzando l’andamento del mercato», ha precisato il numero uno di Nomisma.
Oggi, in Italia, le famiglie che hanno un mutuo acceso sono il 22,2% del totale (5,1 milioni di nuclei familiari), di questi l’89,5% (circa 4,5 milioni) ha un mutuo per la prima casa. Il 2% – secondo il centro studi – sta registrando difficoltà nei pagamenti delle rate. Secondo Tamburini sarebbe necessario l’intervento del Governo per mettere in sicurezza il settore con nuove regole su Iva, imposte di registro e la promozione di attività di sviluppo per l’arrivo di capitali dall’estero.
Fonte: Quotidiano Il Firenze del 18 Luglio 2008, articolo di Maria Obinu