Il mutuo per la casa mai così caro negli ultimi 5 anni
Tasso di interesse al 5,75%. Il motivo? La corsa per acquistare un tetto non si ferma. Nel 2006 la quota di famiglie indebitate per comprare un alloggio è stata del 12 per cento.
Non si arresta il costo dei mutui per l’acquisto di abitazioni, influenzato anche dalla crescente propensione delle famiglie italiane per il tasso fisso. A maggio, segnala il bollettino mensile dell’Abi, il saggio di interesse si è collocato in media al 5,75%, nuovo massimo da ciinque anni. L’incremento è dello 0,09% rispetto al 5,66% di aprile e dello 0,36% nei confronti del 5,39% di maggio 2007. La composizione del debito delle famiglie italiane che emerge dall’ultima indagine della Banca d’Italia vede il peso maggiore assunto dai debiti verso banche e finanziarie che incidono per circa l’86% del totale.
Un dato in calo rispetto all’88% del 2000 e al 93% del periodo 2002-2004. A crescere è invece il peso dei debiti commerciali che si attestava al 5,4% nel 2006, e di quelli verso amici e parenti, che si collocava all’8,4%. La quota di famiglie indebitatesi per l’acquisto di abitazioni era pari nel 2006 a circa il 12%, un valore pressochè identico a quello del 2004 e di poco superiore di quanto osservato nel 2000 e 2002. Le più esposte risultano essere le famiglie del centro-nord con il capofamiglia maschio, di età compresa tra i 30 e i 50 anni, con titolo di studio medio-alto, con reddito familiare medio-alto e ricchezza finanziaria elevata.
Sempre nel 2006 risultavano aver contratto debiti per fini di consumo il 13% dei nuclei familiari. Più in generale maggio ha visto rallentare la dinamica degli impieghi bancari. Il tasso annuo di crescita si è collocato all’8,6% contro il 9,2% di aprile e il 10,6% di maggio 2007. Alla fine del mese l’ammontare dei finanziamenti concessi dal sistema bancario italiano è risultato pari a 1.479 miliardi di euro, con un flusso netto di nuovi prestiti pari a circa 115,2 miliardi rispetto all’anno prima. Il segmento a medio e lungo termine è cresciuto del 10,6% su base tendenziale, mentre quello a breve è salito del 10,4%.
Il bollettino dell’Abi sottolinea, comunque, anche il buono stato di salute del sistema creditizio italiano. Alla fine di marzo le sofferenze al netto delle svalutazioni sono risultate pari a 15,539 miliardi di euro, in calo di 221 milioni rispetto a febbraio. E intanto l’Isvap, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, lancia l’ennesimo allarme sulla portabilità dei mutui che – a detta del presidente Giannini – rischia di essere vanificata dalla rigidità dei costi e delle pratiche di risoluzione dei contratti assicurativi che accompagnano i prestiti.
Fonte: Quotidiano Il Firenze del 19 Giugno 2008