Mutui, il governo esulta, i consumatori: ‘Non risparmiamo’
Dopo la firma tra ministero e Banche, molti plausi e forti critiche. L’Aduc: è un ‘falso’, si tratta di una dilazione di pagamento e si aggiungono interessi. Associazioni perplesse L’ex ministro Bersani: ci sono già 50-60 mila rinegoziazioni in corso grazie alla legge che porta il mio nome.
Il Governo lo ha presentato come un’ancora di salvezza per milioni di famiglie. Il premier ha sottolineato: «Abbiamo varato una novità: sarà possibile per coloro che pagano le rate del mutuo a tasso variabile e hanno stipendi fermi al 2006 tornare alle rate 2006». Tremonti ha elogiato gli istituti di credito: «Riconosciamo lo sforzo fatto dal sistema bancario per gli interessi nazionali». Ma nonostante molti plausi, l’accordo tra ministero e Abi per la rinegoziazione dei mutui a tasso variabile per la prima casa, lascia perplessi.
Forti critiche arrivano dall’Aduc (l’associazione per i diritti degli utenti e consumatori) che in una nota denuncia: ‘Il Governo ha sbandierato un accordo prevedendo un risparmio pari a circa 850 euro all’anno per 1.250.000 famiglie circa. Peccato che la notizia sia falsa. Nel comunicato dell’Abi si legge che l’accordo non prevede alcun risparmio, ma solo una dilazione nel pagamento’.
Secondo l’Aduc quindi «le famiglie, non risparmieranno alcunché, ma pagheranno ulteriori interessi. Il forte sospetto è che questa operazione sia un ulteriore tentativo di bloccare le surroghe che sono, invece, un vero risparmio per i mutuatari». Più caute le altre associazioni. Il Codacons chiede «un rigore assoluto e una severità mai vista prima nei confronti degli istituti di credito. Continuiamo a non credere ad accordi che, anche lontanamente, possano andare a vantaggio dei mutuatari – sottolinea il presidente, Carlo Rienzi – mentre crediamo che ancora molto si possa fare per costringere le banche al rispetto delle leggi vigenti.
In particolare l’inosservanza delle disposizioni contenute nei pacchetti Bersani, ha provocato un danno ai cittadini pari a 5,9 miliardi di euro. Questi soldi devono essere necessariamente restituiti ai cittadini». L’Unione nazionali consumatori considera ‘l’idea buona’ ma si chiede ‘come verrà realizzata?’.
La richiesta di rinegoziazione del mutuo, si domanda ancora l’associazione, ‘sarà obbligatoria per la banca o facoltativa come già accade per la legge Bersani? Chi ha già rinegoziato un mutuo in base al decreto Bersani che opportunità avrà? Chi ha dovuto surrogare il mutuo perchè la banca ha rifiutato la rinegoziazione come verrà coinvolto?’.
Per Paolo Landi di Adiconsum, «condizioni così rigide possono rappresentare anche un peggioramento rispetto alle rinegoziazioni individuali». Il Movimento difesa del cittadino chiede l’intervento dell’Antitrust: «L’accordo rischia di configurare un accordo di cartello che è bene che l’Antitrust metta sotto osservazione» spiega Antonio Longo.
Secco il commento dell’ex ministro Pierluigi Bersani: «Un bel rilancio mediatico di un’operazione già in corso. Ormai abbiamo 50-60 mila rinegoziazioni in corso dei mutui a seguito della legge che porta il mio nome. C’è da fare un’avvertenza: bisogna garantire mobilità al consumatore e non porlo di fronte solo a offerte standardizzate».
Rate come quelle del 2006 legate ai tassi internazionali
Chi ha un mutuo a tasso variabile può rimettere le lancette dell’orologio al 2006, poco prima dell’impennata dei tassi di interesse. Ma se i tassi d’interesse internazionali non scenderanno abbastanza si dovrà pagare più a lungo. Il provvedimento prevede che, per chi fa la rinegoziazione, il mutuo diventi a rata fissa, con importo pagato in media nel 2006, mentre la durata resterà inizialmente invariata e il suo eventuale allungamento dipenderà dall’andamento dei tassi.
Alla scadenza ‘se i tassi sono saliti, il contratto dura di più, altrimenti se i tassi sono scesi, i soldi pagati in più verranno restituiti’. In realtà, se durante la vita del mutuo i tassi di interesse scendono sotto il ‘nuovo’ tasso fisso, il beneficio legato al nuovo tasso verrà riconosciuto attraverso il ritorno ad una inferiore rata variabile come prevista dal mutuo originario’.
Fonte: Quotidiano Il Firenze del 23 Maggio 2008