La Bce esclude un taglio dei tassi di interesse
Il vicepresidente dell’istituto centrale: la nostra preoccupazione è la spirale prezzi-salari.
Euro in rialzo sul mercato dei cambi e doccia fredda su chi spera in un taglio dei tassi di interesse nell’Eurozona fissati a luglio al 4,25%. Due componenti del board della Banca centrale europea hanno infatti sostanzialmente escluso che l’Eurotower possa decidere il prossimo 4 settembre di tagliare i tassi d’interesse. E questo nonostante il calo dell’inflazione in Germania, scesa ad agosto al 3,1%.
Il presidente della BundesBank, Axel Weber, ha spiegato, in una intervista a Bloomberg, come ‘sia prematuro parlare di un taglio dei tassi di interesse. Le nostre previsioni sull’inflazione 2008-09 potrebbero essere riviste al rialzo, mentre quelle sulla crescita economica potrebbero essere tagliate leggermente’. Per Weber, non è sicuro che l’inflazione dell’Eurozona torni sotto il 2% nel 2010, ‘anche perchè il rallentamento delle crescita non significa minore l’inflazione’. Dello stesso tono le valutazioni di un altro componente del board della Bce, Lorenzo Bini Smaghi. ‘Se la banca centrale decidesse di stimolare l’economia abbassando i tassi d’interesse, questo avrebbe l’effetto di incrementare l’inflazione. Siamo sicuri che è questo quello che vogliamo?’, ha sottolineato.
Bini Smaghi ha ricordato che quella adottata a luglio ‘era la decisione che consideravamo più giusta per riportare l’inflazione al di sotto della soglia del 2%‘, anzi, secondo Bini Smaghi ‘non c’era alternativa all’aumento dei tassi per scongiurare un peggioramento della spirale dei prezzi’.
Il vicepresidente della Bce, Lucas Papademos, ha puntato il dito contro i rischi legati alle aspettative sui prezzi come quello di una corsa dei salari. ‘La preoccupazione principale e più seria è che un protratto periodo di alta inflazione ha il potenziale di influenzare i conportamenti nella fissazione dei prezzi e nelle contrattazioni salariali nel breve e medio termine, inducendo una spirale prezzi- salari’. Se questa possibilità si dovesse materializzare, ha aggiunto Papademos, ‘potrebbe influenzare negativamente ed in modo pervasivo la crescita e il potere d’acquisto delle famiglie‘.
Fonte: Quotidiano Il Firenze del 28 Agosto 2008